Il Brasile (e l’amore) ai tempi del COVID-19

Dovevano passare cinque anni e una pandemia per farmi tornare a scrivere.

Ed eccomi qui, sempre in Brasile, anzi, in questo momento, bloccata in Brasile, già che noi facciamo parte di quella lista di paesi a cui l’Italia ha chiuso le porte.  E come darle torto?

Se la pandemia,  a livello mondiale, è stata un evento surreale, qui in Brasile è stato (e continua ad essere) delirante. L ‘ultimo giorno di Carnevale (toh, che coincidenza!) è stato reso noto il primo caso di Covid-19 a San Paolo, e nel giro di 2 settimane i numeri hanno cominciato a salire esponenzialmente, tanto che qui in Pernambuco, intorno alla metà di marzo, hanno pensato bene di giocare d’anticipo e chiudere scuole e commercio in genere. Continua la lettura di Il Brasile (e l’amore) ai tempi del COVID-19

Si ritorna a scuola

Insegno da ormai 6 anni. Non é molto tempo, ma é giá qualcosa. Ormai il mio posto é alla lavagna, sono io che faccio le domande. Sono io che sprono gli studenti a parlare. Sono io che cerco di far vincere la timidezza agli alunni. Ché tanto non ci guarda nessuno, siamo tra di noi, non ci sono voti, non ci sono prove (al momento…), se sbagliamo cosa ce ne importa? Siamo qui per imparare e sbagliare é piú che lecito, anzi, impariamo proprio dagli errori. Sí,  anche in una lingua straniera , come nella vita. Continua la lettura di Si ritorna a scuola

Ode al lavoro

944545_10151813476128933_2054283249_nOggi riprendo un post vecchio di alcuni anni, che volevo pubblicare nel 2010, ma poi mi é passato di mente. Mi si é ripresentata l´occasione per postarlo anche nel 2011, nel 2012 e cosí via, ma per un motivo o per l´altro lasciavo perdere. E adesso siamo nel 2015 e quasi quasi lo riscrivo.

Sembra che sia di chissá quale importanza. Ma no, in realtá non ne ha proprio nessuna, é solo un mio sfogo personalissimo.  E riguarda il mio lavoro. Continua la lettura di Ode al lavoro

Quale genitore sarai?

Il tempo passa. Qui in Brasile molto più rapidamente che in Italia. O per lo meno questa è la mia sensazione.

E insieme al tempo arriva l’età per mettere su famiglia.  Ok, non per me a dire il vero. Mentre io mi destreggio tra una spiaggia e l’altra, tra una tavola da surf e un’onda le mie amiche stanno scoprendo le gioie e i dolori dell’essere madri. Ma come tutti sappiamo, prima di avere un figlio ci sono i corsi pre-parto, gli incontri con le future mamme, all’improvviso è pieno di donne incinte per strada e si vedono passeggini ad ogni angolo. E ovviamente si comincia a guardare a quelli che genitori lo sono già. Tanto che una mia amica (Marta, diventata mamma da soli 2 giorni) ha stilato una simpatica classifica delle varie tipologie di genitori. Io gliel’ho rubata. E la riporto qui. Continua la lettura di Quale genitore sarai?

Tchau Brasil!!

Il grande count-down digitale sull´Agamenon Magalhães di Recife segna – 3 giorni.

Eh sí, siamo all´alba dei fantomatici Mondiali di calcio, e io, cari miei, levo le tende. Me ne torno in Italia per un po´, mi rifugio tra le mie montagne nella speranza che una brezza di temperatura inferiore ai 30 gradi mi scompigli i capelli.

E mentre sono sul mio autobus pensando a che cosa devo ancora mettere in valigia guardo la situazione di questa cittá rovente. Un cantiere aperto (da anni), in cui non riesci a trovare 500 metri di strada senza lavori in corso. Un disastro….e sí che avevano cominciato presto presto, ma poi si mena il can per l´aia ed ecco qui il risultato. Comunque niente polemiche, la prefettura dice che mica erano lavori per i mondiali, no no. Erano cose che si sarebbero fatte indipendentemente dai mondiali, certo certo. Perció siamo a posto (e non parliamo di altre situazioni ben peggiori vá…). I recifensi stessi sono preoccupati e i brasiliani in generale hanno paura della figura di merda che faranno davanti al mondo intero. Io sono fiduciosa, e seguiró tutto da Trento, incroceró le dita perché non succeda niente di grave . Ma per sicurezza, me la svigno.

Forza Brasile, se l´Italia va fuori prima tiferó per te!!! :)

A.

Come ci vedono i brasiliani

Un paio di anni fa ho scritto un articolo proprio al riguardo, ma recentemente gli italiani e tutti i luoghi comuni che ci stanno attorno sono stati argomento di alcune mie lezioni a scuola. In questo articolo useró quello che i miei studenti brasiliani hanno detto pensare di noi, sia per esperienze proprie che per sentito dire.

imagesIn linea generale non possiamo che sentirci lusingati. E le critiche non possono che essere costruttive.

Ecco alcuni stereotipi (veri e falsi) su noi italiani, secondo i brasiliani di classe medio-alta (generalizzando un po´):

1. Mangiamo solo pasta, pizza, mozzarella e beviamo vino ad ogni pasto, pranzo o cena che sia.

2. Adoriamo il calcio.

3. Parliamo moltissimo, gesticoliamo, gridiamo e sembra che litighiamo anche quando in realtá stiamo parlando normali.

4. Siamo tutti cattolici ed estremamente religiosi, ovviamente, con il Vaticano in casa…

5. Amiamo l´opera e i tenori possono solo essere italiani.

6. Italia = caffé espresso

7. La gente é bella e gli uomini in particolare. Oltre a questo sono dei gran romantici e perfetti Don Giovanni.

8. Balliamo la tarantella.

9. Siamo un paese super organizzato, pulito e RICCO e siamo un popolo corretto e RICCO. (aaaaaaaahhhh!!!)

10.  Si deve stare attenti ad andare in vacanza in Sicilia a causa della mafia.

11. Siamo molto maleducati, con la mania di dire le cose in faccia senza la minima gentilezza.

12. Amiamo la storia dell´arte.

13. Siamo semplici e socievoli e amiamo il Brasile!!!

Chi piú ne ha piú ne metta!! :)

A.

País Tropical: via alle liste!!

di Giulia e Anna 


Senza metterci d’accordo, ci siamo ritrovate con delle  liste simili su alcune difficoltá della vita quotidiana nei paesi tropicali in generale. Perchè dunque non pubblicarle, visto che tra l’ altro ora le liste sono di moda?! Quello che ne esce fuori è un accozzaglia di pensieri in stile Frankestein a 4 mani (molto) lontane, ma che in questo momento sono di nuovo vicine!

Iniziamo… Jorge Ben Jor nella canzone País Tropical elenca alcuni privilegi del vivere, appunto, in un paese tropicale come il Brasile. Ma quali sono le piccole difficoltà quotidiane del vivere nel nord-est del Brasile, ma anche in Birmania? Cosa accomuna questi due posti così diversi, oltre alla B?

1) La prima osservazione, seppur banale, è che in un paese tropicale fa caldo, molto caldo. Quel calore torrido, che in Italia sarebbe definito – come annualmente succede e non solo a Studio Aperto – “il periodo più caldo dal dopoguerra” per noi è spesso semplicemente la normalità. Quindi, a tutti voi che quando in Italia è inverno ci scrivete che ci invidiate, vi consigliamo di ricordarvi quanto si suda in quei giorni in cui in Italia si scatena “l’emergenza caldo”; Continua la lettura di País Tropical: via alle liste!!

Non dimentichiamoci di loro

 

Tamandarè Asilo

E’ tempo di dichiarazioni dei redditi, aihmé :( ! Pagare le tasse sarebbe una gioia, se non assistessimo tutti i giorni a delle ruberie inverosimili. Sembrano sempre più delle scorribande e non solo in Brasile!

Facciamo così, almeno il cinque per mille doniamolo con gioia!! Perchè questi bimbi hanno bisogno di una possibilità ed è anche con il nostro aiuto che la possono avere.

Inserite il codice Gisal 03039070242 nella vostra dichiarazione dei redditi.

 

Ne vale la pena :)

Per saperne di più potete andare direttamente alla pagina del progetto.

S.

 

 

 

L’uscita dall’Euro prossima ventura di Alberto Bagnai

Fonte: www.sbilanciamoci.info

Il problema non è il debito pubblico, ma il debito estero, e i paesi che mantengono la loro moneta possono cavarsela con la svalutazione. L’Unione monetaria attuale serve solo alla Germania, impone bassi salari e disciplina economica. Finirà con l’uscita dell’Italia dall’euro.

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“Pensador” José Saramago

“A viagem não acaba nunca. Só os viajantes acabam. E mesmo estes podem prolongar-se em memória, em lembrança, em narrativa. Quando o visitante sentou na areia da praia e disse:“Não há mais o que ver”, saiba que não era assim. O fim de uma viagem é apenas o começo de outra. É preciso ver o que não foi visto, ver outra vez o que se viu já, ver na primavera o que se vira no verão, ver de dia o que se viu de noite, com o sol onde primeiramente a chuva caía, ver a seara verde, o fruto maduro, a pedra que mudou de lugar, a sombra que aqui não estava. É preciso voltar aos passos que foram dados, para repetir e para traçar caminhos novos ao lado deles. É preciso recomeçar a viagem. Sempre.”

Machismo

lilli-e-il-vagabondo-02863110Per chi pensa che il maschilismo sia una prerogativa prettamente umana si sbaglia: qui anche gli animali soffrono di questo pregiudizio. Quasi nessuno vuole cani o gatti femmine. I motivi? Che si deve sterilizzare, che c´é il rischio che ti faccia una cucciolata, che ti sporchi il pavimento con le mestruazioni. Il maschio non serve necessariamente sterilizzarlo, non ha le mestruazioni e se mette incinta qualche femmina i cuccioli non te li devi sorbire tu. Adesso che rileggo queste 3 righe mi rendo conto di come, alla fine, la differenza tra uomini e animali sia minima.

A.

Coast to coast to coast USA 2013

 

Salt Lake

Questo viaggio parte da lontano, circa 20 anni fa, quando nel tanto “temuto” servizio di leva conobbi Pietro, amico con il quale condivido due grandi passioni, la musica e le moto. Un connubio che non può non portarti a conoscere gli States, con i quali soffro una relazione di odio e amore, la prima dovuta alle loro politiche imperialistiche e continuo tentativo di industrializzare i popoli, la seconda data dalla musica, dall’Harley Davidson e dai mitici anni 50′.

E’ proprio tra le montagne di Bressanone, nelle grandi camerate della Caserma Schenoni che comincio a sognare questo grande viaggio, poi la naia finisce, si ritorna tutti alle proprie vite, ma con Pietro l’amicizia continua, gli anni passano, lui finisce negli States, io in Brasile, il grande viaggio si sta avvicinando!

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Ezra Pound a Siena. Tra Accademia Chigiana e Monte dei Paschi di Siena. di Stefano Adami

“Ezra Pound a Siena. Tra Accademia Chigiana e Monte dei Paschi di Siena” il nuovo lavoro di Stefano Adami. Libro di un caro amico che parla di Ezra Pound in visita al Monte dei Paschi di Siena e di una moneta a tempo che se non si spende decade. Non l’ho ancora letto ma la prefazione sembra molto interessante, già che tratta dell’argomento più in voga degl’ultimi decenni, la moneta.

Lo potete acquistare qui. In basso l’intervista con Stefano Adami.

Buona lettura.

S.

Da noi va tutto in vacca.

vignetta-euro

Per scrivere questo articolo prendo spunto da un commento ricevuto alcuni giorni fa da Renzo, che ringrazio.

“Ciao Renzo,
la tua domanda è abbastanza complessa perchè in questa crisi non c’è un solo colpevole ma una serie di eventi che hanno portato il nostro settore a questa deprecabile situazione. Quel “qui va tutto in vacca” mi mette addosso una grande tristezza e un grande senso di impotenza. 5 anni fa, quando me ne sono venuto in Brasile, avevo scongiurato che le mie previsioni fossero sbagliate, purtroppo non lo sono state. Tutto il settore non è stato capace di cogliere le sfide che la globalizzazione stava imponendo, certi di un passato d’oro, non hanno colto la possibilità del cambiamento ma al contrario perpetrato gli errori di sempre. Può essere una magra consolazione, ma è un problema che non riguarda solo il porfido ma tutte le attività prettamente italiane.
Le cose cambieranno ne sono certo, ci vorrà del tempo ma le cose miglioreranno.”

Quello sopra è il mio commento di risposta alla domanda “qui sta andando tutto in vacca, di chi è la colpa?”

Continua la lettura di Da noi va tutto in vacca.

Cose di quest´altro mondo

Mentre in Italia sarebbero già tutti a bestemmiare in svariate lingue, qui in Brasile restare in coda nel traffico per alcune ore, con un calore non indifferente non è poi così tragico. Anzi, un’ottima occasione per fare un po’ di festa. Alcune settimane fa ho avuto la fortuna di assistere a questo spettacolo.

Sera tardi, buio, strada extraurbana, 4 file di macchine inchiodate quando in realtà le corsie sono solo 2. Ed ecco che dalla macchina di fronte escono alcuni ragazzi, aprono il bagagliaio e alzano il volume dell’autoradio. Ma lo alzano fortissimo, e le casse enormi sparano una musica tamarrissima a svariati decibel. E cominciano a ballare in mezzo alla strada, in bermuda da spiaggia e scalzi. Dalle macchine intorno esce altra gente e comincia a formarsi un bel gruppo di persone che corrono, saltano e si divertono tra le macchine ferme. E quando il traffico si muove ci vanno dietro a piedi a ritmo di musica.

Purtroppo la festa è durata poco….all’improvviso c’è stato un corri corri generale ed è arrivata la polizia.

Ma quando si dice che i brasiliani usano ogni scusa per fare festa….beh, è pura verdade!!!

A.

Mondiali 2014 le partite di Recife (PE)

Ecco il calendario delle partite dei mondiali di calcio 2014 che si disputeranno a Recife.

Sabato 14 giugno 2014 ore 22.°°  Costa do Marfin – Giappone

Venerdì 20 giugno 2014 ore 13.°° Italia – Costa Rica

Lunedì 23 giugno 2014 ore 17.°° Croazia – Messico

Giovedì 26 giugno 2014 ore 13.°° Usa – Germania

Domenica 29 giugno 2014 ore 17.°° sedicesimi di finale 1D – 2C

S.

Qui in Brasile Part I

brasil_2525_1Il Brasile attraverso gli occhi di un francese, Olivier. Per leggere l’articolo originale in portoghese clicca qui.

– Qui in Brasile, per tutto c´é una fila: fila per pagare, fila per ordinare, fila per entrare, fila per uscire e fila per aspettare la prossima fila. E due persone sono sufficienti per costituire una fila.

– Qui in Brasile l´anno comincia dopo il Carnevale.

– Qui in Brasile tutto è “da gay”. Bere té é da gay. Ordinare una Coca-Zero é da gay. Giocare a pallavolo é da gay. Bere vino é da gay. Non amare il calcio é da gay. Essere francese é da gay. Essere gaucho é da gay. Essere di Minas Gerais é da gay. Curarsi nel vestire é da gay. Non dire che qualcosa é da gay: anche questo é da gay.

– Qui in Brasile gli uomini non sanno fare nessun tipo di lavoro in casa: non sanno pulire, non sanno usare le lavatrice. Non sanno cucinare, neanche per la sopravvivenza: tipo cucinare riso o pasta. Non sanno cucire un bottone. Non sanno neanche fare cose che, fuori dal Brasile, sono considerate estremamente “da uomini”, come cambiare la ruota di una macchina. Sono veramente cresciuto in un altro mondo…

– Qui in Brasile ostentare la ricchezza è molto comune: macchine importate, ristoranti carissimi in quartieri chic, club esclusivi la cui tassa associativa raggiunge valori stratosferici.

– Qui in Brasile, nei bar e nei ristoranti, le coppie si siedono uno accanto all’altro, come se fossero in macchina. Continua la lettura di Qui in Brasile Part I

Diamo il via alle citazioni!

Dopo che uno dei miei articoli é stato citato in un altro blog ho deciso di farlo anch´io.  Un amico che viveva qui in Brasile mi ha  mandato un link interessantissimo: la visione del Brasile attraverso gli occhi di un francese. Non é una visione soggettiva e personale, ma oggettiva e divertentissima, riassunta in una cinquantina di punti. Ovviamente non tutti i brasiliani l´hanno presa bene, nonostante fosse tutt´altro che offensiva. L´articolo é scritto in portoghese, per questo tradurró i punti piú interessanti e li posteró, a rate. Leggendo questo francese mi sono resa conto di come noi europei restiamo colpiti dalle stesse cose. Alla fine, quando i brasiliani dicono : “voi europei”, non hanno tutti i torti, non siamo poi cosí diversi come pensiamo!! Anche se, a volte, un “voi italiani….” ci sta tutto!!

A.

“Il falso ventennio berlusconiano” di Stefano Adami

di Stefano Adami

 

Storici, giornalisti e italiani medi hanno già cominciato a parlare di ‘ventennio berlusconiano’. Preparatetevi ai botti, fra poco ci sarà il compleanno.
Ma è, naturalmente, una mistificazione:non c’è mai stato, in Italia, nessun ‘ventennio berlusconiano’. Se fosse così, sarebbe davvero troppo semplice.
In realtà, quando Berlusconi è ‘sceso in campo’, il centrosinistra sapeva benissimo chi era. Lo aveva conosciuto a fondo già negli anni ’80, nella luminosa Milano da bere. Ed era prontissimo a fare accordi con lui (e contentissimo).
Berlusconi in politica, in realtà, faceva molto comodo a tutti. I suoi giganteschi affari, il suo immenso conflitto di interessi, avrebbero comodamente coperto gli affari, i conflitti di interessi meno visibili, ma altrettanto concreti, di tutti gli altri. ‘Corrotto io? In malafede io? Ma guardate Silvio B.!’.

Seguendo l’onda del mare

 

di Giulia in Myanmar

 

Ngwe Saung 20 e 21-04-13 (1)No, io non faccio surf. Mentre l’Anna era alle prese con le onde, io nuotavo tranquillamente, cercando di evitarle, o facevo tutte, o quasi, le attività menzionate nell’articolo su cosa si fa al mare in Brasile. Confesso che una volta ho provato anche il banho de lua, ma ecco, solo una volta!

Dopo anni a Recife e praticamente ogni fine settimana in spiaggia, ora vivo a Yangon e devo dire che le mappe spesso ingannano. Quando, nel 2008, ho trovato lavoro a Rio Branco, in Amazzonia, non avrei mai pensato di dover prendere due aerei per arrivare a Rio de Janeiro, impiegandoci in totale 7 ore. Simile illusione anni dopo: Yangon sulla mappa sembra sul mare, ma la spiaggia più vicina, almeno quella con un minimo di struttura e balneabilità, è a 4-5 ore di macchina – e la seconda e ultima volta in cui ci sono andata, in autobus, ci ho impiegato 13 ore.

Il mare, almeno dove sono andata finora, è molto simile a quello del nord-est brasiliano: caldo, abbastanza calmo, azzurro-verde chiaro e circondato da cocchi. Tutto il resto è diverso. Continua la lettura di Seguendo l’onda del mare

Un bicchiere di tè

di Giulia in Myanmar

Mercado de rua perto do Shwedagon (17)

Poco fa, mentre mettevo a posto in ufficio e facevo l’archivio, vedo per almeno il terzo giorno consecutivo un bicchierino di tè su un tavolo che usiamo normalmente per lavoro. Un pò irritata – chi mi conosce sa che in ufficio, a casa no, mi piace avere tutto in ordine – dico alla segretaria che sono giorni che c’e’ questo bicchiere pieno sul tavolo e che tra l’altro è in una posizione delicata perché può cadere da un momento all’altro sul computer del progetto. Ma proprio mentre inizio a lamentarmi vedo,dietro al bicchierino,un’immagine di Budda e mi si accende una lampadina … e voilà, la mia collega, timida e timorosa, me lo spiega: e’ il tè per Budda.

G.

Banho de lua

banhodeluaE’ stata una delle prime cose curiose che ho scoperto in spiaggia nel 2009. Ma fare una breve introduzione sugli usi e i costumi dei brasiliani al mare mi sembra più che necessario. Non posso affermare con sicurezza che quello che ho visto vale per tutti i 7000 km di costa brasiliana, ovviamente, ma ho avuto la fortuna di conoscere varie spiagge del nord-est e quelle di fama mondiale di Rio de Janeiro.

– in spiaggia non si va a leggere, a studiare o a scervellarsi sulla settimana enigmistica. Assolutamente no! Si va per guardare e farsi guardare, per bere birra, per sguazzare in acqua per ore, per mangiare pesci fritti enormi, per divertirsi e anche ballare (se il baretto fornisce  una musichina allegra). Il tutto in ottima compagnia. Nelle spiagge urbane più fighe (come Ipanema e Copacabana a Rio de Janeiro) si deve anche fare un casino di sport: dal beach volley allo skate sul marciapiede, dalla corsetta alle flessioni. Insomma, un gran bel vedere se vogliamo parlare sinceramente, perchè ovviamente, a fare tutto questo sono sempre i più atletici e amostrados. Continua la lettura di Banho de lua

Dal Brasile al Myanmar

di Giulia
 dal brasile al myanmarIl 14 febbraio di quest’ anno, alle 6 di mattina, ho preso un taxi dalla casa dei miei amici trentini – direzione aeroporto di Recife. Ho pianto per un’ora, inconsolabile, mentre il tassista continuava a ripetere la stessa parola: saudade.
Il 16 febbraio, alle 10 di mattina, sono atterrata a Yangon, dopo aver volato per due giorni interi con brevi pause, solo per cambiare aereo, a San Paolo, Barcellona e, infine, Singapore.
Quando facevo le medie, e andavo ogni estate dalle Marche in Calabria, una mia amica mi scrisse che aveva capito quanto fossimo lontane guardando le previsioni del meteo in tv; una volta atterrata in Myanmar, dopo aver alzato mille volte lo sguardo verso il monitor dell’aereo che mostra la distanza percorsa e il tempo che rimane per arrivare a destinazione, ho ripensato alla mia amica e mi sono convinta che non avrei più detto che “il mondo è piccolo”.
L’ Asia, e detto così evoca l’esotico quanto “America Latina, l’avevo conosciuta solo attraverso le parole di Tiziano Terzani. Dopo 5 anni in Brasile, 4 dei quali a Recife in compagnia, tra l’ altro, dei due trentini, dovevo iniziare una nuova vita dall’altra parte del mondo: nuovo lavoro, nuovi amici, nuove abitudini.

Ora, dopo mesi di saudade, sto scoprendo il piacere di vagare per pagode e templi di varie religioni, provare un massaggio di un’ ora a 2 euro, assaporare spezie e cavallette fritte, stare 3 giorni in un monastero buddista, imparare qualche parola di birmano e, semplicemente, il piacere di sentirmi a casa. Anche qui.

G.

DAL MYANMAR

Ci sono persone che hanno fatto parte della nostra vita qui in Brasile, ma che continuano a farne parte anche vivendo in paesi molto lontani e sconosciuti. E’ il caso di Giulia, che ora vive in Myanmar. Perchè non scoprire qualcosa di più su questo paese? Le ho chiesto in amicizia di scrivere per il nostro blog, di mandarci post e articoli sulla vita di un paese di cui molti ancora ignorano l’esistenza: Myan..che?!?!….Ah, Myanmar…sarebbe?!?!?. Perchè non scoprirlo così, dalle parole di una persona che ci vive e lavora?

Per questo da oggi ci sarà una nuova categoria: GIULIA IN MYANMAR.

Buona lettura a tutti!!

A.

Girato l’angolo

DCIM100GOPROLa bellezza di Recife è molto soggettiva. Nonostante abbia alcuni bei quartieri, la città è in gran parte “sgarruppata”, con tendenza al decadente. Ed è proprio qui, in questi quartieri meno belli, che entrano in gioco gli artisti. E la città cambia totalmente faccia.

Ecco le immagini di un pomeriggio dedicato alle foto e alla riscoperta di Recife.

A.

 

 

 

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La casina del surf

IMGP6750In questo momento non ho un computer con me. Ho solo un blocchetto di fogli, una penna, un pareo, una spiaggia deserta e il mare che romba davanti a me. E la solitudine, quell’unica condizione che ti permette di assaporare al meglio momenti come questi. E l’ispirazione. Oggi il mare promette altas ondas, perciò il mio sforzo maggiore sarà quello di prendere la tavola e lanciarmi in acqua: un momento catartico, che però in compagnia ci si gusta ancora meglio. Continua la lettura di La casina del surf

L’€uropa alla resa dei conti

In una sede importante quale l’Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati e nel silenzio più assoluto degl’organi ufficiali d’informazione, si è svolto nei giorni scorsi un incontro dal titolo “Europa alla resa dei conti”. Nell’incontro si parla di Europa ed Euro.

S.

10 segnali che sto diventando meno TRENTINA

L’ articolo originale (di un amico che vive in America) riportava i segnali che indicavano una crescente non italianità. Io gli ho rubato l’idea modificandola un po’, ossia elencando le cose che mi fanno sentire meno “trentina”, perchè è inutile, noi trentini non siamo proprio al 100% italiani. E lo è ancora meno il nostro stile di vita quotidiano.

Dunque cominciamo, e chiedo in anticipo scusa se qualche mio corregionale può sentirsi offeso. Prendiamola sul ridere…

1. Quando mi chiedono “come va?”, rispondo “benissimo, grazie!!”

2.Posso affrontare più o meno senza isterismi 2 ore di imbottigliamento nel traffico urbano o di fila alla cassa di un supermercato.

3. Supero da destra e faccio zig-zag tra le macchine, usando smodatamente il clacson.

4. Ho smesso di dare la precedenza ai pedoni (me ne vergogno…) e ho smesso di lanciarmi a piedi sulle strisce pedonali pensando che il mondo si fermi per farmi attraversare. Continua la lettura di 10 segnali che sto diventando meno TRENTINA