“Il vecchio con gli stivali” di Stefano Adami

Alcuni anni fa Eugenio Scalfari andò in pensione da direttore di
Repubblica, dopo una lunga carriera giornalistica (e politica),
iniziata in giovinezza sulle pagine di ‘Roma Fascista’. Carriera
politica, perchè il nostro Eugenio – dopo essere stato tra i fondatori
del partito radicale – fu anche in parlamento, nelle file del PSI.
Andò in pensione, però, ‘con riserva’, come fanno in genere le classi
dirigenti italiane (si esce dalla porta, si rientra subito dalla
finestra). Mantenne per se, vale a dire, l’omelia domenicale, come
fanno i grandi predicatori: un lenzuolone in cui, ogni domenica,
impartisce burbanzose benedizioni e scomuniche, spiegazioni al popolo
di come va il mondo, di come dovrebbe andare nel modo giusto (cioè
secondo lui, Scalfari medesimo), delucidazioni sul suo io, i suoi
crucci e turbamenti, deliri filosofici.

Recentemente, il maestro di vita e dottrina Eugenio Scalfari è stato
perfino giubilato, le sue opere sono state raccolte fra i Meridiani
Mondadori, dall’editore Berlusconi. E recentemente il nostro Eugenio
ha dedicato una delle sue roboanti omelie anche a Grillo e al M5S.

Il predicatore Scalfari apre dicendo subito che il M5S, specie dopo le
elezioni siciliane, è un vero e proprio ‘problema politico’. E perchè?
Il M5S è una proposta di scelta politica che si presenta alla libera
discussione pubblica e al giudizio degli elettori, esattamente come
fanno tutti gli altri movimenti e partiti politici sul campo. Se – nel
linguaggio scalfariano – il M5S è un ‘problema poitico’, allora anche
tutti gli altri partiti finiscono per esserlo. O no?

Il nostro predicatore critica poi la scelta di Grillo di non andare in
tv e la sua richiesta, rivolta ai candidati e ai militanti del M5S, di
fare come lui e non andare in tv. Il Molto Onorevole Eugenio Scalfari
scrive – con prosa originale, si fa per dire – che Grillo ‘non vuole
andare in tv perché sarebbe costretto a confrontarsi e a rispondere a
domande e non vuole’. E perchè? In realtà Grillo ha capito molto
chiaramente che la tv è una produttrice di appiccicosa melassa, un
tritacarne dove storie, persone e posizioni politiche e culturali
vengono pressate, spezzettate e sbattute, producendo negli spettatori
una certa ‘notte in cui tutte le vacche sono nere’ (di cui parlava un
filosofo collega in filosofia del grande filosofo Eugenio Scalfari, ma
forse lui non lo ricorda, forse quel filosofo era troppo piccolo in
filosofia per lui…).

Si partecipa – o si dovrebbe partecipare – alla vita politica di un
paese per fare qualcosa, non per essere qualcuno. O no? E visto che la
tv è questa produttrice di melassa, di carne tritata, forse è meglio,
molto meglio, discutere le proprie posizioni tramite altri canali, più
controllabili, più diretti, con meno filtri, o, ancor meglio, nelle
pubbliche piazze, di persona.

Il predicatore di Repubblica sottolinea quindi che, rifiutandosi di
andare in tv, ‘Beppe Grillo gode d’una posizione mediatica
incomparabilmente superiore a quella di qualunque altro leader
politico di oggi e di ieri. Una posizione che non gli costa nulla,
neppure un centesimo…’. E perchè? Secondo Scalfari, Beppe Grillo e
il M5S dovrebbero forse pagare per la loro ‘posizione mediatica’
(peraltro non voluta e non cercata)?

Nella seconda parte della sua lunga omelia, Eugenio Scalfari ricorda
poi che il M5S non ha un programma, è un ‘mistero’. E perchè? Il
programma del M5S è reperibile da varie fonti, in primis dal sito del
movimento stesso. E poi, pare che Pizzarotti a Parma stia facendo il
sindaco con impegno, non giocando alle figurine.

Inoltre, il predicatore Scalfari ricorda, molto democraticamente, che
gente come Flores D’Arcais, Travaglio, e altri, che non la pensano
come lui, ‘a me sembrano alquanto disturbati o bizzarri che dir si
voglia, altro non dico’. Forse devono consultare uno psichiatra?

Il Molto Onorevole Scalfari ricorda poi alcuni punti indiscutibili
della attuale situazione italiana. Primo punto è la famosa
‘credibilità internazionale’ del governo Monti. Ma questo, l’abbiamo
visto più volte ormai, è un argomento zoppo: che credibilità
internazionale può avere un governo tecnico – ammesso che il presente
governo italiano lo sia ancora – quando i suoi atti devono essere
ratificati da un parlamento in cui sono molto forti partiti che non
esistono più? Lo vediamo adesso: la famosa ‘legge di stabilità’ è
stata praticamente smantellata in parlamento.

Chiude poi l’interminabile omelia di Scalfari l’atteso spot per il Pd
e per Bersani; da buon ‘valletto stampa’ del Pd. Scrive qui il mielato
Scalfari dei democratici: ‘un partito che, nel rispetto degli impegni
europei, vuole costruire un Paese più produttivo, più equo e che abbia
il lavoro come sua prima priorità’. E spiega, minaccioso:
‘L’alternativa, se questo disegno fosse sconfitto, è chiara: ritorno
alla lira, discesa del reddito reale a livelli ancora più bassi,
disoccupazione endemica, mafie e lobby onnipotenti, democrazia
puramente nominale’. Come è noto, infatti, i rappresentanti eletti del
M5S, gli attivisti, gli elettori di quel movimento vogliono, in
realtà, la distruzione di questo paese, non altro. Come è noto,
invece, il Pd ha posizioni politico-culturali ben salde, per niente
ondivaghe, e tra le sue priorità quella di spezzare le onnipotenti
lobby italiane, come ha già fatto con successo da tempo nelle regioni
che governa da sempre, Toscana, Emilia Romagna. Ah, non ce ne eravamo
accorti?

Vero, direttore Scalfari? E lui ci risponde, angelico, come il Dio
della Bibbia: ‘La scelta la farà il popolo sovrano e speriamo sia
quella giusta’. Cioè a dirci: attenti a quel che fate! non andate
contro il mio detto! potreste ritrovarvi fuori dal giardino dell’Eden,
in un batter d’occhio!

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