Le donne brasiliane Capitolo II

Vorrei un attimo dilungarmi sull’argomento trattato nel precedente capitolo. Un commento ricevuto mi ha giustamente fatto notare come spesso siano le stesse madri, le stesse famiglie a buttare le figlie nella braccia del primo turista. Ovviamente questo non giustifica il turismo sessuale praticato regolarmente dagli europei. In più, ovvio, i brasiliani saranno i clienti più numerosi, essendo in numero maggiore rispetto ai turisti. Il problema non è quanti siano i brasiliani a farlo e quanti siano i turisti. Il problema è che , ogni anno, secondo le statistiche, sbarcano in Brasile circa 700 mila turisti europei in cerca di sesso facile (e purtroppo circa 80 mila sono italiani). Non sono pochi, anzi, sono moltissimi!!!! Qui sotto riporto qualche stralcio recuperato in Internet (non senza le polemiche annesse e connesse) di un documentario svolto in Brasile.

“[…] altra aria si respira invece a Recife, capitale dello stato del Pernambuco nel nord-est del paese, fin dall’arrivo in aeroporto. Non è difficile incontrare, infatti, gruppi di turisti europei o statunitensi che già dal loro arrivo in aeroporto vengono agganciati da “operatori” del luogo. Operatori che forniscono il servizio completo di albergo, taxi, giovani e giovanissime prostitute. Lo scambio dei soldi, gli appuntamenti, gli accordi avvengono alla luce del sole, direttamente al bar dell’aeroporto o sul marciapiede all’uscita in attesa del taxi. La zona più turistica della città è anche quella con più alta presenza di organizzazioni che gestiscono la prostituzione per i clienti stranieri, anche di minori.  Qui il sesso è merce, è traffico, è organizzato da strutture spesso controllate da gruppi non brasiliani, con giri di denaro che cominciano ad assumere dimensioni davvero preoccupanti. Le attività sono spesso camuffate da imprese commerciali legali, le connessioni con operatori turistici, catene d’alberghi e compagnie aree di voli charter sono evidenti. Si compra l’intero pacchetto.”

“Se la situazione a Recife è grave ma comunque ancora apparentemente affrontabile, a Fortaleza invece salta ogni parvenza di regola sociale, anche se deviata, e di legalità. Si tratta di una delle città più grandi del paese (la quinta per numero di abitanti) e anche fra le più povere. E’ la capitale dello stato del Ceará forse uno degli stati più disagiati in assoluto del Brasile, del semiarido. Il primato di Fortaleza è quello del turismo sessuale e in particolare dello sfruttamento sessuale dei minori. Una passeggiata sul lungomare di Beira Mar e Praia De Iracema significa ritrovarsi al centro del più grande e visibile supermercato del sesso dell’intera America Latina. Qui le presenze di turisti sessuali si contano a decine di migliaia all’anno. Insieme alla Thailandia è considerata la principale meta di questo tipi di viaggi. Arrivare a Fortaleza dall’Europa costa pochissimo, circa 300 euro andata e ritorno da Lisbona. E’ anche la meta di centinaia di voli charter, a volte occupati da soli uomini.”

I commenti legati a questi articoli erano, ovviamente, anonimi e spesso contrariati. Non si vuole condannare l’Italia, ma l’Europa in generale. E’ vero, è un problema di tutto il mondo, ma ci sono posti in cui il fenomeno è più diffuso, a causa della povertà. E quello che io ritengo orrendo sia il fatto di viaggiare e approfittare di queste situazioni ben tristi. E pure le compagnie aeree che fanno promozioni a 300 euro per Natal e Fortaleza sono una vergogna. E’ un incentivo. Intanto però io, per fare del turismo sano, devo sborsare 1000 euro. Sono stati rispediti indietro più e più voli carichi di turisti uomini. Ovvio, sull’aereo ci sarà anche stato qualche poveretto che non centrava niente…

E comunque voglio precisare che non è che tutte le donne brasiliane fanno questo lavoro, e non è che tutti i turisti facciano i loro porci comodi. Dico solo che un po’ di coscienza da parte nostra (poco conta se siamo educati, puliti e gentili), farebbe bene ad un paese che l’ultima cosa di cui ha bisogno è di essere sfruttata. Ed essendo, appunto (mi rifaccio al commento ricevuto), un problema radicato nella stessa società brasiliana, quello che ritengo importante è non alimentarlo. Sennò la tanto decantata “civiltà” europea è unicamente mera apparenza.

A.

Rispondi