di Giulia in Myanmar
No, io non faccio surf. Mentre l’Anna era alle prese con le onde, io nuotavo tranquillamente, cercando di evitarle, o facevo tutte, o quasi, le attività menzionate nell’articolo su cosa si fa al mare in Brasile. Confesso che una volta ho provato anche il banho de lua, ma ecco, solo una volta!
Dopo anni a Recife e praticamente ogni fine settimana in spiaggia, ora vivo a Yangon e devo dire che le mappe spesso ingannano. Quando, nel 2008, ho trovato lavoro a Rio Branco, in Amazzonia, non avrei mai pensato di dover prendere due aerei per arrivare a Rio de Janeiro, impiegandoci in totale 7 ore. Simile illusione anni dopo: Yangon sulla mappa sembra sul mare, ma la spiaggia più vicina, almeno quella con un minimo di struttura e balneabilità, è a 4-5 ore di macchina – e la seconda e ultima volta in cui ci sono andata, in autobus, ci ho impiegato 13 ore.
Il mare, almeno dove sono andata finora, è molto simile a quello del nord-est brasiliano: caldo, abbastanza calmo, azzurro-verde chiaro e circondato da cocchi. Tutto il resto è diverso.
Anche nei giorni festivi, e con gli hotel pieni, la spiaggia è pressoché vuota. I birmani di solito appaiono la mattina presto e al tramonto per fare foto, spesso con le dita a V come si usa fare qui, e per buttarsi addosso un po’ d’acqua lungo il bagnasciuga, sempre vestiti. No, non intendo il pareo: vestiti proprio, con jeans, maglietta, sandali e quant’altro. Spesso non sanno nuotare e se si azzardano ad inoltrarsi nel mare lo fanno con buffi copertoni neri a mò di salvagente. In generale non solo non prendono il sole, ma lo evitano proprio, a volte anche con degli ombrelli.
Insomma, riprendendo l´articolo della mia cara amica Anna, in spiaggia non si va per nuotare e prendere il sole e non si legge, non si gioca a racchettoni, non si rimorchia, non si beve… e non si scoloriscono i peli!
Guardando il paesaggio non vengono in mente le canzoni melodiche italiane che fanno tanto estate, da Abbronzatissima a Sapore di sale, nè i ritmi concitati del Brasile che spesso invadono le spiagge anche più remote.
Tutt’ attorno si assapora un riverente silenzio che, per dirla con Baudelaire, invita a “contemplare nell’infinito svolgersi dell’onda l’anima tua”.
G.