Alcuni anni fa Eugenio Scalfari andò in pensione da direttore di
Repubblica, dopo una lunga carriera giornalistica (e politica),
iniziata in giovinezza sulle pagine di ‘Roma Fascista’. Carriera
politica, perchè il nostro Eugenio – dopo essere stato tra i fondatori
del partito radicale – fu anche in parlamento, nelle file del PSI.
Andò in pensione, però, ‘con riserva’, come fanno in genere le classi
dirigenti italiane (si esce dalla porta, si rientra subito dalla
finestra). Mantenne per se, vale a dire, l’omelia domenicale, come
fanno i grandi predicatori: un lenzuolone in cui, ogni domenica,
impartisce burbanzose benedizioni e scomuniche, spiegazioni al popolo
di come va il mondo, di come dovrebbe andare nel modo giusto (cioè
secondo lui, Scalfari medesimo), delucidazioni sul suo io, i suoi
crucci e turbamenti, deliri filosofici.
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