Vivere in Brasile. E’ veramente così facile?

Gli italiani sono davvero in fuga. E come biasimarli? Io, a dire il vero, non sono fuggita, semplicemente e casualmente me ne sono andata proprio quando la crisi stava cominciando. E adesso, grazie tante, ma non ci torno in Italia. Almeno per ora.

Ma ci tengo a scrivere un articolo rivolto a tutti quei sognatori che sperano di venire a vivere in un paese tropicale. Pieni di speranze e aspettative. Grazie al blog ricevo molte e-mail in cui mi si chiede come fare, come non fare, se c’è lavoro, se si vive bene. E poi basta camminare per le stradine di Olinda per scoprire quanti nuovi italiani ci sono. Che per ora sono solo turisti. Ma che vorrebbero fermarsi. Ed è proprio a questa categoria di persone che vorrei rivolgermi: a chi ha il sogno di vivere in Brasile, ma che in Brasile non ci è venuto nemmeno in vacanza. A chi pensa di andare a vivere nel paese delle “grandi opportunità”. A chi pensa di venire a fare “la bella vita”. A chi pensa che qui sia tutto più facile.

Non voglio scoraggiare, in realtà, voglio solo disilludere, o spiegare come realmente sono le cose…che poi forse è uno scoraggiamento…vabbè, a voi l’ interpretazione.

Ho conosciuto vari italiani convinti di essere venuti a salvare il Brasile, come se questo paese stesse proprio aspettando un italiano qualsiasi sbarcato col primo charter diretto da Milano (o da Roma se preferite). “Sì, perchè è un paese in pieno boom economico, ci sarà la coppa del mondo nel 2014, per non parlare delle Olimpiadi del 2016, potrei offrirmi per lavorare…”.   Sì, perchè, ovvio no?, il Brasile giusto di te aveva bisogno!!

Ovviamente non tutti arrivano con questo atteggiamente arrogante, ma arrivano persi, come pesci fuor d’acqua, che si guardano intorno e non capiscono. Come conosco questa sensazione, ah…come la conosco!! Però, il problema sostanziale resta solo e unicamente uno: noi italiani ( e non solo), qui in Brasile, mica ci possiamo vivere. Ci concedono 3 mesi come turista, con un possibile (ma sempre più difficile da ottenere) prolungamento di altri 3 mesi. E poi ciao… un bel calcio nel didietro e siamo di nuovo nel nostro Bel Paese, così bello, ma così normale. Perchè, alla fine, possiamo avere tutti i sogni del mondo, tutti i migliori propositi, ma è la burocrazia e la legge sull’immigrazione che comandano. E noi ci possiamo solo adeguare.

Perciò, brevemente, la questione è la seguente: per uno che arriva qui da solo (perciò non per lavoro o volontariato mandato da qualche azienda italiana) le possibilità per restare (in modo più o meno permanente) sono pochine. Eccole qui:

– fare un figlio in Brasile (i genitori possono essere entrambi stranieri);

– sposarsi con un/a brasilano/a (esiste la possibilità di fare l’unione di fatto, anche se è un processo più complicato);

– fare un investimento che possa dare lavoro ai brasiliani;

– essere già pensionati (però questo visto è concesso dipendendo da quanto si prende di pensione in Italia);

– ricongiungimento familiare;

– ottenere un visto di lavoro. Quest’ultimo è il visto che più fa gola a tutti, ma che è un’impresa più unica che rara. Il tutto dipende da quanto un’impresa brasiliana abbia voglia di investire su di te, perchè le regole per questo visto sono decisamente rigide e sono volte a disincentivare l’assunzione di stranieri al posto di brasiliani.

– restare clandestino. Questa ultima possibilità esiste, ma non la consiglio molto. Ti blocca un po’, è un rischio spostarsi per il paese e soprattutto non puoi uscire, se la tua intenzione è di rientrare. E se ti beccano sei deportato in pochi giorni.

Perciò venite pure, ma attenti a non semplificare troppo le cose. Date un’occhiata ai siti dei consolati brasiliani di Roma e di Milano, per info più attendibili e dettagliate.

Ah, e ricordate, QUI NON SI PARLA SPAGNOLO!!!!!

A.

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